Ancora un progetto di Terra Amica premiato da Gilead

“Se Maometto non va alla montagna, è questa che deve andare a Maometto”. Il proverbio si presta benissimo alle problematiche della prevenzione: occorre far sì che la sanità raggiunga il singolo laddove non avviene il contrario. Come? Attraverso una sensibilizzazione mirata che riduca i comportamenti a rischio e che incoraggi la promozione di iniziative di screening dedicate ai più fragili, per offrire loro assistenza e cure.

È la sfida ambiziosa del progetto di Terra Amica Onlus, che vede Catania apripista di una innovativa strategia per la salute degli “ultimi”. L’iniziativa, che si traduce in un programma di prevenzione attiva dal nome “Road prevention program: homeless screening HIV, HCV e SARS
CoV-2” sarà realizzata grazie al finanziamento ottenuto al Community Award Program 2021, Bando di concorso promosso in Italia dalla società biofarmaceutica Gilead Sciences per selezionare e premiare i migliori progetti presentati da Associazioni pazienti o Organizzazioni no
profit del Paese nell’area della malattie infettive e delle patologie oncoematologiche. Con il progetto, Terra Amica Onlus – da anni impegnata in iniziative di educazione e sensibilizzazione sulle malattie infettive con la popolazione straniera – mira a raggiungere, grazie a un team composto da medici, psicologi, infermieri, mediatori culturali e volontari, particolari categorie di persone a rischio, in particolare gli homeless presenti nel territorio catanese.

Il primo obiettivo del progetto è la mappatura della popolazione target, resa possibile anche grazie al prezioso ruolo di figure tutor/sponsor: persone con un passato da homeless ma già avviate a un percorso di reinserimento sociale che possano aiutare, proprio in virtù della loro esperienza, ad avvicinare e coinvolgere i soggetti interessati. Il lavoro preliminare permetterà di agire in maniera più efficace sul campo attraverso un’unità mobile di screening con cui sarà possibile eseguire il test rapido antigenico per l’infezione di SARS-CoV-2 ma anche sottoporsi a screening per HCV e HIV, ricevendo counseling psicologico prima e dopo i test. Le persone che dovessero risultare positive saranno quindi indirizzate alle strutture sanitarie di competenza.

Accanto alle attività di screening e sensibilizzazione per le malattie infettive, con la diffusione di informazioni riguardo prevenzione, vie di trasmissione e possibili complicanze, verranno eseguiti anche monitoraggi periodici gratuiti delle condizioni di salute degli homeless, così da intercettare anche eventuali patologie croniche che richiedono assistenza. In quest’ottica, l’iniziativa si pone come un intervento a 360 gradi, con il preciso intento di intercettare i bisogni, accompagnare le persone nel percorso di assistenza e cura e seguirle anche dopo, per assicurare, ad esempio, l’aderenza alle terapie. Parte cruciale del programma sarà la creazione delle cosiddette residenze “virtuali” per le persone senza fissa dimora, garantendo loro la tessera sanitaria e l’assistenza del medico di medicina generale. Attraverso la creazione di un’anagrafe sanitaria, inoltre, sarà possibile accedere ai servizi sanitari e alla vaccinazione anti-Covid.

“Con questa iniziativa – ha commentato Mario Raspagliesi, medico responsabile del progetto – auspichiamo di raggiungere le popolazioni più fragili, fuori dalla rete della sanità pubblica, acquistare la loro fiducia e coinvolgerle in attività di screening e prevenzione consapevole delle
malattie infettive. Con ritorni anche per l’intero sistema: grazie alle attività di prevenzione ci aspettiamo di ridurre le complicazioni legate alle malattie infettive, dall’AIDS alla cirrosi, all’epatocarcinoma, e di ottimizzare i costi economici e gestionali a carico delle strutture ospedaliere”.